A Palazzo Stampa si progettò l'unità d'Italia
Un balcone con una balaustra in ferro battuto si staglia davanti allo snodo tra le acque del Naviglio Grande e quelle del Naviglio di Bereguardo a Castelletto alle porte di Abbiategrasso. Lo scenario che si apre davanti agli occhi è offerto dal Naviglio mentre il balcone è di Palazzo Cittadini Stampa che ha ritrovato nel 2014 i fasti di ciò che era stato.
Sono molte le incertezze che ruotano intorno a Palazzo Stampa e non si tratta certo di errori, restauri grossolani o altri fatti che potrebbero fuorviare. Parliamo piuttosto della sua storia, vera o presunta, che non riesce a trovare un inizio certo e che spesso si sviluppa attorno ad alcuni fatti non documentati. Procediamo con ordine. L'origine del Palazzo non è nota. Potrebbe risalire alla fine del XIV e l'inizio del XV secolo ma non vi sono documenti che lo confermano. Le prime prove scritte risalgono al 1697, anno in cui il Palazzo è citato nel Testamento del Sacerdote Giuseppe Cittadini che fu probabilmente il primo proprietario. I recenti restauri, conclusi nel 2014, hanno dato alla luce alcuni affreschi di particolare importanza. Le sequenze architettoniche appartenenti al pittore Abbondio Brasca riportano la data 1679, circa 20 anni prima del testamento di Giuseppe Cittadini. Questo dimostra che il palazzo ha origini antiche che sono emerse anche durante i lavori di restauro, con un'evidente impronta dell'antica muratura al piano terra e la presenza di alcune tracce della torre.
Altri fatti curiosi legati alla storia dell'edificio sono quelli desumibili dalle tribolate vicende della ricca famiglia milanese dei Cittadini. Il secolo XVIII è particolarmente avverso a questa danarosa stirpe che deve dapprima cedere parte del Palazzo di Castelletto e, nel 1792, venderlo interamente. Il palazzo trova nel 1835 un nuovo proprietario, Giuliano Baronio, che lo lascia in eredità alla figlia e a suo marito Gaspare Stampa. Lo Stampa è un noto patriota e si narra che proprio nelle sale del palazzo ospitò personaggi illustri come Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini intenti in quegli anni a progettare l'unificazione italiana. Dunque il Palazzo Cittadini Stampa fu probabilmente un sicuro punto di appoggio per tutti i coraggiosi che si sono battuti per "fare l'Italia".
Purtroppo alla morte di Gaspare Stampa nel 1874, ad unità avvenuta, il complesso architettonico passa nelle mani dell'E.C.A. (Ente Comunale di Assistenza di Milano) che, come spesso avviene per i beni pubblici, lo lascia in uno stato di semi-abbandono che si protrarrà fino ai giorni nostri. Solo nel 1982 sarà messo in sicurezza il tetto per evitare che l'edificio crolli e successivamente nel 2008 saranno avviati gli interventi di restauro che lo porteranno ad essere lo splendore che tutti oggi possono ammirare.