La nascita
L’abbazia è indubbiamente l’emblema di Morimondo e della sua importanza nel passato quanto nel presente. L’edificio cistercense, che è stato da poco definitivamente ristrutturato, è un forte elemento di attrattiva per Morimondo ma anche per l’abbiatense in generale. La storia del paese inizia con la nascita del monastero che avvenne nel 1134 a Coronate, località a circa un chilometro dall’attuale sede, ad opera dei monaci provenienti dal monastero cistercense di Morimond in Francia.
Lo spostamento e gli anni difficili
Nel 1136 essi si trasferirono in località “Campo Falcherio” dove si stanziarono definitivamente. Iniziò così quel processo che diede vita e forma all’attuale edificio religioso. La risonanza della struttura nel territorio circostante aumentò rapidamente fino ad accogliere diverse vocazioni provenienti da tutte le classi sociali e testimoniate dalla fiorente attività dello scriptorium. Il territorio dove sorse l’edificio cistercense, al confine tra Milano e Pavia, non favorì il sereno prosieguo dei lavori di costruzione. Le due città, infatti, si contendevano continuamente il dominio politico e militare con saccheggi e invasioni nel territori morimondini. Nel 1161 il Barbarossa diede un duro colpo alla serenità della zona con un saccheggio che sconvolse gli abitanti. Le vicissitudini dell’abbazia non terminarono, nel 1237 un altro terribile saccheggio sconvolse la tranquilla vita dei monaci che terminarono i lavori solo nel 1296.
La Commenda
Nel 1450 Morimondo divenne commenda e il cardinale Giovanni Visconti fu il suo primo abate commendatario, seguito dal cardinale Branda Castiglioni, noto umanista. Fu però grazie a al figlio di Lorenzo il Magnifico, il cardinale Giovanni de' Medici, futuro papa Leone X, che Morimondo ebbe la sua rinascita spirituale. Testimoni di questa ripresa sono le opere di arte e di devozione, come la ricostruzione del chiostro intorno all’anno 1500, il rifacimento del portale della sacrestia, l'affresco della "Madonna col Bambino" attribuito al Luini del 1515, e infine il coro ligneo del 1522.
Da Abbazia a Parrocchia
Il 1564 vede l’intervento San Carlo Borromeo che eresse l’abbazia a parrocchia e contemporaneamente la spoglia di tutti i suoi terreni peraiutare economicamente l'Ospedale Maggiore di Milano. La comunità monastica ebbe nuova linfa vitale nel seicento grazie alla conduzione dell’abate Antonio Libanorio (1648-1652). La costruzione della struttura proseguì nel ‘700 quando vennero edificati i palazzi che s’innalzano sopra i lati ovest e nord del chiostro. Il colpo più duro arrivò però alla fine del ‘700, precisamente il 31 maggio 1798, quando, a seguito della rivoluzione francese, fu decretata la soppressione di tutti gli ordini monastici e ovviamente anche quella della comunità cistercense di Morimondo.
I fatti più recenti
Nel periodo che va dal 1805 al 1950 le attività religiose furono guidate dai sacerdoti ambrosiani. Nonostante la presenza dei religiosi, l’abbazia versava in condizioni di abbandono; fu grazie al cardinale Ildefonso Schuster che si ebbe nuovamente una certa vitalità religiosa. Arrivarono inizialmente i monaci Trappisti delle Tre Fontane a Roma e, nel 1950, la Congregazione degli Oblati di Maria Vergine. Arrivati ai giorni nostri, nel 1991, l’abbazia viene affidata alla Congregazione dei Servi del Cuore Immacolato di Maria con l’invito, da parte del Cardinal Martini, a rilanciare l’abbazia quale centro di spiritualità. Nel 1993 avviene il rilancio vero e proprio grazie alla costituzione della Fondazione Abbatie Sancte Marie de Morimundo che si prodiga per raccogliere fondi per la ristrutturazione, conclusa da poco, di alcune aree dell’edificio.
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