Animali esotici abbandonati: nel Ticino anche le meduse!
Nella foto la testa di una tartaruga spunta dalla terra (foto di Monica Molinari)
Nelle campagne a nord di Milano è stato trovato un boa di quasi 5 metri nelle scorse settimane. Gli agricoltori, subito allarmati alla notizia, hanno però tirato un sospiro di sollievo quando hanno saputo che l'animale era morto. Si tratta di un caso eclatante per un fenomeno molto frequente: l'abbandono di animali esotici. Senza soffermarsi sulle ragioni che spingono una persona a questo gesto, proveremo a descrivere, grazie all'aiuto dell'agronomo Stefano Marconi, quali conseguenze può avere un'azione tanto vile.
Buongiorno Stefano, nella tua esperienza di Presidente del Comitato Salvaguardia del Ticino - Gruppo Pesca e nella tua vita di pescatore e appassionato di natura, quali sono gli incontri più strani che ti sono capitati o che ti hanno raccontato?
"Buongiorno Luca, il fatto più eclatante credo mi sia successo lo scorso anno e si tratta di meduse d'acqua dolce. Alla chiamata dell'amico Enrico che mi diceva di aver visto questi animaletti nuotare in un luogo dove siamo soliti pescare non ci ho creduto nemmeno io fino a quando, un po' come San Tommaso, non mi è stato recapitato un barattolo contenente alcuni esemplari. Facendo una breve ricerca, abbiamo identificato la specie, di origine asiatica. Quest'anno stiamo aspettando che compaiano nuovamente per catturare alcuni esemplari e studiarli con alcuni professionisti del settore"
Questo fenomeno, molto spesso, non è solo causa dell'abbandono ma anche di rilascio forzato per chiusura di allevamenti o a causa di interventi di fantomatici paladini dell'ambiente. Quali sono gli animali che si sono diffusi nel nostro ecosistema in questo modo? A me ad esempio viene in mente la nutria.
"L'introduzione di specie alloctone può avvenire fondamentalmente in due modi: per cause accidentali e in maniera cosciente e volontaria. Parlando di ecosistemi acquatici, che sono quelli verso i quali ho un maggior interesse, la lista è molto lunga. Si parte dall'ormai noto pesce siluro, passando per il lucioperca, l'aspio, l'abramide e una serie di altre specie alloctone che in parte sono state introdotte e vengo ancora veicolate spontaneamente dai pescatori, causando problemi. Non dimentichiamoci anche del gambero killer della Louisiana, e delle svariate tartarughe che vengono liberate nei parchi pubblici o nei nostri corsi d'acqua. Tornando a terra, un altro esempio lampante è sicuramente la nutria, come tu hai già accennato, ed il cinghiale. Queste specie risultano particolarmente dannose nei confronti dei raccolti"
Quali animali esotici rilasciati sono più dannosi, a tuo giudizio, per il nostro ambiente naturale?
"A mio parere non esistono specie più o meno dannose, ogni animale di provenienza "aliena" provoca, all'interno dell'ecosistema in cui è stato immesso, un impatto più o meno significativo. Quindi tendo a considerare un sistema nella sua interezza e alla cause dell'impoverimento come una sommatoria di fattori, che portano alla diminuzione di specie radicate ed alla loro rarefazione. A tal proposito, credo sia più utile un approccio di valutazione globale, senza puntare il dito su una specie o sull'altra"
Esiste qualche specie che si è ben adattata al nostro territorio senza creare particolari disagi?
"Come ho già accennato in precedenza, le specie alloctone, creano negli ecosistemi sempre e comunque un disequilibrio che può essere momentaneo o prolungato. Il disagio viene quindi percepito in base all'interesse del singolo o della categoria"
Che consigli ti senti di dare ad una persona che sta per abbandonare una animale esotico? Esistono dei centri dove portali per evitare questo fenomeno?
"La risposta mi sembra scontata: evitare di abbandonarlo in ambiente naturale o negli spazi di verde pubblico, come spesso succede con le tartarughe da acquario. Sarebbe meglio riportarle al negozio da cui le avete acquistate, fatto che per altro succede anche per i pesci. In ogni caso esistono anche pochi centri di "ricovero" per gli animali che non vogliamo più. Forse prima di procedere ad un acquisto sarebbe meglio pensare: riuscirò ed avrò voglia di curarlo?"
Ringraziamo Stefano per la collaborazione!