Le famiglie dei pesci d’acqua dolce
I pesci presenti nei diversi corpi idrici che solcano il nostro territorio possono essere divisi in sette famiglie.
Ciprinidi (Ciprinidae)
A questa famiglia appartengono la maggior parte dei pesci d’acqua dolce. In essa rientrano tutte le specie che sono prive di denti sulla mascella ma che possiedono denti faringei (adibiti alla triturazione del cibo), che possiedono una sola pinna dorsale e che hanno squame cicloidi ed in alcuni casi barbigli intorno alla bocca. Ad oggi nei fiumi, nei canali e nelle rogge presenti sul territorio abbiatense possiamo trovare specie sia autoctone sia alloctone appartenenti a questa famiglia. Tra le specie autoctone, dette anche endemiche, possiamo ricordare: il cavedano (Leusciscus cephalus), la carpa (Cyprinus carpio), la tinca (Tinca tinca), la scardola (Scardinius erytrophtalmus), il triotto (Rutilus erytrophtalmus), il vairone (Leusciscus soufia),l’alborella (Alburnus alburnus alborella), la savetta (Chondrostoma soetta) e il pigo (Rutilus pigus).
Mentre le specie alloctone appartenenti alla famiglia dei ciprinidi sono: il rodeo amaro (Rodeus sericeus), la pseudorasbora (Pseudorasbora parva), l’abramide (Abramis brama), l’aspio (Aspius aspius), il gardon (Rutilus rutilus).
Percidi (Percidae)
In questa famiglia, per quanto riguarda i pesci presenti sul nostro territorio, rientrano solo due specie, il pesce persico (Perca fluvialitis) e il lucioperca o sandra (Stizostedion lucioperca). Tra le peculiarità del loro corpo vi sono: squame ctenoidi (che lo ricoprono in toto), due pinne dorsali contigue ma separate di cui la prima risulta essere composta da raggi spiniformi e denti di forma conica, che risultano più visibili nel caso del lucioperca.
La loro alimentazione è composta da invertebrati, piccoli pesci ed anfibi.
Esocidi (Esocidae)
Unico rappresentante di questa famiglia è il luccio (Esox lucius) che per migliaia di anni è stato il predatore indiscusso delle nostre acque. Questo pesce ha una dieta per lo più ittiofaga, anche se non disdegna anfibi e piccoli roditori.
Il corpo è slanciato, con la pinna dorsale molto retratta verso la coda per permettere scatti fulminei durante la caccia. La bocca è molto caratteristica sia per la presenza di oltre 700 denti, sia per la forma a becco d’anatra.
Salmonidi (Salmonidae)
Appartengono a questa famiglia 4 specie, di cui due alloctone, trota iridea (Oncorhynchus mykiss) e trota fario (Salmo trutta trutta) immesse dall’uomo, e due autoctone, trota marmorata (Salmo trutta marmoratus) e temolo (Thymallus thymallus). Le ultime due specie sono a rischio estinzione nel bacino del Ticino a causa dell’inquinamento, poiché per la loro sopravvivenza i pesci appartenenti a questa famiglia necessitano di acque ben ossigenate e di ottima qualità.
La loro alimentazione è composta da invertebrati e pesci.
Il corpo ha una forma molto slanciata.
Ictaluridi (Ictaluridae)
per quanto riguarda i nostri corsi d’acqua, gli unici rappresentanti di questa famiglia sono il pesce gatto (Ictalurus melas) e il pesce gatto punteggiato (Ictalurus punctatus). Entrambe queste specie sono state introdotte in Italia all’inizio del ‘900.
Il corpo è di sezione ovale, appiattito sulla parte superiore ed in corrispondenza della coda. Possiedono 4 barbigli intorno alla bocca, con funzione sensoriale, per lo più deputati alla ricerca del cibo.
La loro alimentazione è costituita per lo più da alghe ed invertebrati.
Siluridi (Siluridae)
Unico rappresentante di questa famiglia è il pesce siluro (Silurus glanis), introdotto erroneamente in Italia verso la metà del secolo scorso a causa delle sua somiglianza con il pesce gatto negli stadi giovanili. È il pesce che ha creato e potrebbe creare più problemi alla fauna ittica autoctona a causa delle sue dimensioni, infatti può arrivare a tre metri di lunghezza e a 400 kg di peso. Si presenta con una fisionomia molto simile al pesce gatto, anche se si differenzia grazie ai sei barbigli ed una livrea a macchie nere, verde scuro e grigie (la colorazione dipende molto dal tipo di habitat in cui vive).
La dieta è prevalentemente ittiofaga, anche se non disdegna invertebrati, soprattutto nella fase giovanile.
Acipenseridi (Acipenseridae)
Unica specie ancora presente nelle acque del fiume Ticino è lo storione cobice (Acipenser naccarii). Questo pesce ha la particolarità di possedere uno scheletro cartilagineo, per tale motivo rientra, a differenza di tutte le specie finora citate, nel gruppo dei teleostei. Il corpo ha una sezione “pentagonale”, la bocca è posta sulla parte ventrale (piatta) ed è provvista di barbigli utili nella ricerca del cibo. La coda è di tipo eterocerca. Sui due lati del corpo è presente una fila di placche ossee molto caratteristica. Data la forte contrazione delle popolazioni di tale specie, lo storione cobice è soggetto ad interventi di reintroduzione e tutela.