Un importante viale di Abbiategrasso è dedicato a questo personaggio: ma chi era?
Nato nel 1817 a Milano, si trova per lavoro a Londra quando scoppia la rivolta delle famose V Giornate di Milano; torna immediatamente in Italia per prendere parte alla lotta di liberazione nazionale, si arruola e combatte, ma la disfatta lo costringe alla fuga in Piemonte. Non rinuncia tuttavia alla lotta: dal Piemonte continua a insidiare il governo austriaco dalla sponda piemontese del Ticino, aiuta i soldati a disertare, fa propaganda.
Così in quegli anni scrive: "Con la stessa spontaneità con cui lasciai Londra per correre alla patria libera, non posso risolvermi a lasciarla nuovamente finché un filo di speranza pasce il mio vivo desiderio di vederla nuovamente libera". Purtroppo non vive abbastanza per vedere realizzato il suo sogno: catturato appena oltre il Ticino a pochi chilometri da Abbiategrasso, in località Ca' di Bis, portato a Prato Maggiore per la perquisizione e il giudizio, a soli 31 anni, il 4 gennaio 1849 viene condannato a morte e, condotto ad Abbiategrasso, "fucilato a Porta Nuova, nella fossa, poco lungi dal Palazzo dei sig.ri Rossetti, fuggiti in Isvizzera, e là giacque fino al settembre 1859" (P. Parodi); "il cadavere fu sepolto sul posto stesso dove cadde, coperto da non più di dieci centimetri di terra, in una fossa troppo stretta tanto che vi fu costretto facendovelo calpestare dai soldati ... Solo il giorno dopo, quando essendosi smossa la terra, uscivan fuori dalla fossa i piedi del morto, concessero che fosse meglio sepolto" (A. Palestra).
Si è dovuto tuttavia attendere la liberazione dagli austriaci, nel 1859, per potergli dare degna sepoltura nel cimitero antico di Abbiategrasso. In ricordo del martire patriota gli è stato dedicato il viale ove subì la fucilazione e un piccolo monumento nel cimitero ottocentesco di Abbiategrasso, a perenne memoria del suo sacrificio per la libertà d'Italia e del coraggio dimostrato: così lo ricorda il parroco che lo assistette durante la fucilazione: "Morì non solo da cristiano ma da vero eroe. Egli rimase imperterrito, e non volle pure gli fossero bendati gli occhi". Un eroe che merita di essere ricordato, soprattutto ad Abbiategrasso, città che ebbe un ruolo di primo piano nel Risorgimento italiano.
BIBLIOGRAFIA
A. PALESTRA, Storia di Abbiategrasso, Milano, 1956
P. PARODI, Notizie storiche del Borgo di Abbiategrasso, rist. anastatica: Bologna, 2002
L. MARCHETTI, Milano dalle cinque giornate al moto del 6 febbraio, Milano, 1965
(Nelle foto: in alto il Monumento a Serafino Dell'Uomo nel Cimitero di Abbiategrasso, in basso la targa del viale a lui dedicato)