C'era una volta il Pagiannunz...

Potrebbe iniziare così la favola dell'area umida di Abbiategrasso, che ora di umido ha solo il terreno sollevato dalle ruspe. Sperando nel lieto fine, piuttosto improbabile visti gli sviluppi, la fiaba si articola con gli immancabili protagonisti. Ci sono i tanti attivisti, supportati da associazioni tra cui quella dei commercianti di Abbiategrasso, ci sono i politici e poi gli antagonisti. Tra i cattivi, o presunti tali, c'è la Essedue, l'azienda che da giovedì pomeriggio lavora a ritmi sfrenati per bonificare l'area. Uno sforzo incredibile, che prosegue anche di notte, per portare a termine al più presto i lavori.

Bisogna correre, perché la colza non può aspettare. Sembra infatti che l'area umida diventerà uno splendido campo di colza, di quelli che nella tarda primavera colorano di giallo il paesaggio, da trasformare in mangime o in biodiesel al più presto. Inutile attendere il parere definitivo della provincia di Milano, che ha già inserito la zona umida nelle aree da tutelare includendola nelle Mappe del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, la Essedue vuole accelerare i tempi.
Se è vero che la zona ospiterà la coltivazione della colza, non si capisce il motivo di tanta fretta. Viene da pensare che l'azienda voglia assicurarsi che ciò che rende l'area di pregio naturalistico sparisca senza lasciare traccia. Forse, ma è solo un'ipotesi, il campo di colza rappresenta un palliativo, una pillola dolce dal retrogusto amaro da servirsi agli abbiatensi per dimenticare quanto c'era fino a ieri. Poi, ma anche qua si tratta di ipotesi, arriveranno altre ruspe, molto più grandi, e costruiranno il tanto temuto centro commerciale.

Un'evoluzione che appare in contrasto con tutti i pareri delle istituzioni. Prima il Comune di Abbiategrasso aveva ordinato lo stop dei lavori e poi il TAR aveva accolto il ricorso dell'azienda. Poi, la notizia è di queste ore, pare sia stata emanata un'ordinanza del Sindaco che ferma nuovamente i lavori. Segue il parere della Provincia di Milano, che avvalora la linea seguita da Legambiente, dal Comitato per la Difesa del Territorio Abbiatense e, soprattutto di Regione Lombardia. Intendiamoci, non è che la Regione si sia espressa in merito alla vicenda, ma la politica del Governatore ha preso una direzione chiara. Inizialmente è arrivata la moratoria alla costruzione di nuovi centri commerciali, poi il diniego alle istanze presentate da Leroy Merlin e, oggi, sembra chiaro dove si stia andando. Il supporto alle piccole imprese commerciali, la creazione dei Distretti del Commercio, la preservazione del territorio sembrano temi cari alla Regione e alle istituzioni in generale. Anche la ConfCommercio è della stessa opinione: occorre tutelare le piccole imprese del commercio che rappresentano la linfa vitale del tessuto economico italiano.

Ma la linfa, quella delle piante soprattutto, non interessa alla Essedue, che incurante di tutto e di tutti prosegue con le ruspe per la sua strada.

 

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