Probabile opera di Francesco Croce, l'Oratorio dell'Addolorata di Abbiategrasso venne edificato nel 1741-47 per volontà della Confraternita del Ss. Sacramento di S. Maria Nuova per la grande devozione degli abbiatensi verso la Beata Vergine Addolorata, di cui esisteva già nel XVI sec. una statua, poi rifatta nel 1675 e oggi custodita nell'Oratorio. L'edificio costituisce dunque un ricco contenitore per una venerata immagine, e venne concepito dall'architetto come una semplice aula di culto rettangolare lungo i portici di S. Maria Nuova, terminante in un ricco altare rococò contenente l'immagine sacra.

L'interno è un tipico ambiente rococò: la luce proviene da ampie finestre, che sono posizionate sopra le cornici ampiamente sporgenti lungo le pareti e rette da sostegni (paraste) angolari sovrapposte, in continuità colle creazioni barocche già aggiornate al gusto settecentesco dall'abbiatense Carlo Federico Pietrasanta; la luce che giunge dall'esterno, elemento essenziale negli edifici religiosi, non è più concentrata in punti teologicamente salienti, bensì rischiara ogni elemento, nell'intento di evidenziare tutto l'impianto decorativo, enfatizzare l'ambiente e riportarlo ad una dimensione terrena.

Le volte delle due sezioni per i fedeli (campate) si contrappongono all'area destinata al culto (presbiterio), separata da una balaustra ottocentesca, con angoli smussati e porte di servizio che nel decoro sovrastante (timpano), separato da una cornice, richiamano l'altare principale ospitante, nella cornice che spezza il timpano, teste di angeli. Il richiamo di elementi borrominiani dimostra la cultura aggiornata del progettista, e la ricchezza dei materiali utilizzati e il pregio degli artisti che hanno lavorato nell'Oratorio indicano il livello di cultura raggiunto da Abbiategrasso nel XVIII secolo.

All'interno sono custoditi alcuni pregevoli dipinti, tra i quali una Maddalena e l'Angelo attribuita a Pietro Maggi, importante pittore del '700 che ha affrescato anche la volta della chiesa milanese di S. Maria della Sanità progettata dall'abbiatense Pietrasanta, una Risurrezione del '600 e una copia seicentesca di un dipinto di Daniele Crespi; l'area del celebrante ospita affreschi con episodi della vita della Vergine, ridipinti nell'ottocento perché assai deteriorati, ma risalenti all'epoca di costruzione dell'Oratorio, come dimostrano le mosse cornici rococò che li circondano. L'altare maggiore ospita la statua dell'Addolorata, ovvero una Pietà, oggetto del culto che ha portato alla costruzione dell'Oratorio: è opera barocca, in cartapesta, risalente al 1675 e plasmata da Antonio Albertini, come ricorda la lapide murata a lato dell'ingresso. La Confraternita possiede anche due begli stendardi processionali, uno raffigurante la statua seicentesca, l'altro la Vergine col Bambino e Santi.

(Nella foto: L'esterno dell'Oratorio dell'Addolorata, lungo i portici di S. Maria Nuova)

BIBLIOGRAFIA

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