candeleLe anime fanno ritorno

2 novembre

 

Una credenza diffusa nell'Abbiatense era quella che, nella notte precedente il 2 novembre, le anime dei morti tornassero ciascuna alla propria casa. Perciò si usava lasciare sul tavolo della cucina un pane giallo tagliato a metà con vicino un coltello e un mucchietto di castagne lessate, affinché le anime dei poveri morti potessero sfamarsi qualora avessero avuto fame. Si lasciava pure un secchio d'acqua per dissetare il cavallo o l'asinello con il quale l'anima era tornata a casa sua.
Dalle nostre parti non erano ancora arrivati gli spiritelli di Halloween!

 

 

Il sanmartino

11 novembre 

 

Ogni anno a novembre, nei tempi passati, nelle nostre cascine si traslocava. Il giorno 11, S. Martino, scadevano infatti i contratti agrari, sia le affittanze sia i rapporti di lavoro tra fittabili e contadini. Allora si faceva appunto il sanmartìn: si lasciava la cascina in cui si era vissuti per un anno e ci si trasferiva in un'altra, alla ricerca di condizioni migliori. A questo proposito, c'era un'usanza legata a credenze superstiziose. Se, come talvolta capitava, il contratto veniva rinnovato con lo stesso fittabile, si effettuava comunque un trasloco, anche se solo simbolico: si portava ogni cosa in cortile o sotto il portico e poi la si riportava in casa. Tra le due operazioni si consumava un risotto.

 


 

Un vero rituale, per rispettare comunque la regola generale che prevedeva appunto il cambiare abitazione in quel giorno. In tal modo sembrava quindi che si abbandonasse la vecchia abitazione per rioccuparla come se fosse un'altra (vuota, appunto). E il risotto doveva avere la funzione di rendere più netta la separazione dei due momenti, come se fossero autonomi: non doveva sembrare un semplice uscire di casa per rientrarvi poco dopo.

E questo perché il non traslocare era vissuto come un'anomalia in contrasto con una sorta di ordine costituito, un ordine rassicurante nel suo valore generale e che quindi era opportuno continuare a rispettare anche simbolicamente, per evitare di esporre a rischi la propria sorte a causa del meccanismo variazione uguale punizione. Più concretamente, il rituale era comunque un'occasione per le donne per una pulizia generale alla casa e a tutto quanto essa conteneva. (La curiosa usanza ci è stata riferita da mons. Luigi Volpi, già parroco della parrocchia di S. Pietro Apostolo di Abbiategrasso). 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.

Ok