ayala besate02Un paese posto sulla cima di un lieve pendio che dolcemente degrada fino ad incontrare il Ticino, abile scultore che da millenni ne plasma il territorio con naturale maestria. Un borgo circondato dall'acqua che avvolge, protegge e affoga i cattivi pensieri. Non stiamo parlando dell'ultima traccia di un antico castello, circondato da fossati di protezione. Stiamo raccontando Besate; del Naviglio da una parte, e del fiume che vi scorre a valle: il Ticino. Azzurro una volta, verde tuttora sulle rive che portano ai boschi e bianco da sempre sulla pelle dei sassi che ne segnano il corso, il Ticino è per questo paese una certezza, nonostante la deviazione che il suo corso ha dovuto subire per le necessità dell'uomo. Una risorsa per il borgo di oggi, ma ancor più fondamentale nei secoli scorsi. Una centralità che si manifesta nelle ville signorili che si ritrovano in paese e nei territori vicini: Motta Visconti, Bereguardo, La Zelata, ecc.

 

Si scopre una traccia di questo prospero passato nel portale che sovrasta la Villa Visconti di Modrone. Proprio Marcello Duca Visconti di Modrone fu l'ultimo privato cittadino a possedere una porzione del Bosco dello Zerbo, un angolo verde di un territorio che è quasi del tutto scomparso. Il nobile fu probabilmente l'ultimo estimatore di questa grande tenuta boschiva. Il Duca, con grande lungimiranza, aveva al soldo alcuni guardiacaccia e boscaioli che si occupavano della manutenzione della tenuta. È quasi superfluo ricordare che per far vivere un bosco, per far sì che cresca sano e rigoglioso, occorre una pulizia continua e sistematica che permetta alle nuove generazioni arboree di crescere sane e liberate dall'oppressione di altre piante vecchie e destinate a morire.

 

Forse il nobile fu davvero l'ultimo mecenate di questa natura che circonda il fiume azzurro nel territorio di Besate. Era lui a tutelarlo prima dell'avvento del Parco del Ticino, reo di aver contribuito alla decadenza del bosco.

 

Per fortuna, anche grazie all'operato degli Amici del Ticino di Besate, dal 2002 la zona dello Zerbo è tornata a vivere. Oltre al bosco, infatti, una meravigliosa villa ed una chiesetta risalente al 1600 completano la zona. La villa, di proprietà della famiglia Ciccarelli, quelli della Pasta del Capitano per intenderci, è stata trasformata in residenza privata. Tuttavia la sensibilità dei proprietari fa sì che la dimora possa essere visitata in occasione di alcune ricorrenze. La seconda domenica di maggio, ad esempio, i cittadini di Besate rendono omaggio alla Madonna dello Zerbo con una festa che apre le porte della villa e della chiesa ai visitatori.

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