santamariaLa storia di questa basilica inizia intorno al 1317 quando ad Abbiategrasso nasce la Confraternita di Santa Maria della Misericordia. Gli obbiettivi di questa congregazione erano quelli di assistere le persone indigenti e, in particolar modo, fornire la dote alle ragazze povere che dovevano maritarsi. Grazie a questi nobili scopi, nel corso degli anni, la confraternita racimola sufficienti donazioni in denaro da poter chiedere la costruzione di una chiesa dove radunarsi in preghiera. Questa basilica viene completata nel 1370.



Originariamente la struttura era molto diversa dalle fattezze rinascimentali odierne. Lo stile della chiesa infatti era quello allora maggiormente diffuso in questa zona: il gotico lombardo. La facciata era a capanna, in mattoni a vista, decorata con archetti pensili tipici della tradizione lombarda e visibili ancora oggi. La basilica aveva un unico portale centrale e due oculi laterali, sostituiti nel XV sec. da due finestre che ancora si intravedono dietro il pronao, una architravata, l'altra archiacuta. Il pronao stesso e il quadriportico non esistevano ancora.



Nel '400 la confraternita decide di acquistare il caseggiato di fronte alla basilica per avere a disposizione uno spazio per il cimitero. Le case acquistate vengono quindi abbattute e in quel momento è aggiunto il quadriportico rinascimentale che possiamo ammirare oggi. Il perimetro irregolare del quadriportico testimonia già l'esistenza delle vie adiacenti.



Nel sagrato veniva data sepoltura ai cittadini, sotto i portici venivano sepolti i borghesi mentre i nobili riposavano all'interno della chiesa, ragione per la quale vengono aggiunte, sempre in questo periodo, le cappelle laterali sulla sinistra, mentre a destra, non essendoci spazio laterale sufficiente a causa della via adiacente, gli altari delle cappelle vengono addossati alle pareti.



I tondi in cotto del quadriportico sono ornati con busti di santi e profeti, fra questi solo quattro sono originali, gli altri sono distrutti durante lo stanziamento delle truppe napoleoniche, a fine '700, che utilizzano i busti per esercitazioni militari. Questi sono stati sostituiti con copie in cemento dipinto.



Alla fine del 1500 viene costruito il trionfale pronao che vediamo davanti alla facciata. Lo scopo di questo elemento architettonico era quello di proteggere dalle intemperie l'affresco della Madonna con il Bambino (databile al ‘400 e attribuito ai fratelli Zavattari) ritenuto miracoloso. La data incisa su una colonna alla sinistra dell'entrata, 1497, unitamente allo stile del quadriportico e del pronao, fa ipotizzare per molto tempo l'intervento diretto del Bramante, proprio in quegli anni attivo alla corte del Moro tra Milano e Vigevano.



Recentemente uno storico locale ha però rinvenuto la documentazione relativa alla costruzione del pronao che dà per conclusa l'opera nel 1595 a cura dell'architetto Tolomeo Rinaldi, il quale lo costruisce probabilmente sui resti di un antico vestibolo di forma ignota. La data del 1497 è dunque riferibile all'ultimazione del quadriportico e non alla costruzione del pronao, eretto cento anni dopo.



Infine un ultimo accenno sul nome della basilica. Gli abbiatensi la chiamano Santa Maria nuova per distinguerla da Santa Maria vecchia, la chiesa, oggi sconsacrata, del borgo antico in via Santa Maria. Originariamente era intitolata a Santa Maria della Misericordia, dal nome dell'omonima confraternita. Nel 1388 nel castello di Abbiategrasso nasce Giovanni Maria, figlio del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti. Una leggenda narra che in quel tempo le madri milanesi avessero difficoltà a concepire figli maschi e, a quei tempi, gli eredi erano attesi con ansia per avere la certezza della trasmissione del patrimonio di famiglia.



Forse Gian Galeazzo fece un voto alla Madonna chiedendole di esaudirgli questo desiderio tant'è che quando il maschietto venne alla luce, come ringraziamento, decise di cambiare la titolazione della chiesa più importante del suo ducato, il Duomo di Milano, da Basilica di Santa Maria Maggiore a Basilica Maggiore di Santa Maria Nascente. Allo stesso modo la chiesa del borgo dove nacque il figlio divenne Basilica Minore di Santa Maria Nascente. In seguito sia la famiglia Visconti che i loro successori Sforza tennero viva la devozione alla Madonna dando sempre il secondo nome Maria ai loro figli.

 

 

 

 

  Basilica di Santa Maria Nuova 

 

 

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